Paternò: la città che sale

terracotta

Situato in Paternò
Dimensioni: 35 x 24 x 14 cm
in Sculture - pubblicato il 27 agosto 2018
realizzato nel 2010 - 6 foto
Articolo letto 806 volte

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Paternò: la città che sale

terracotta

Situato in Paternò - Dimensioni: 35 x 24 x 14 cm
in Sculture - pubblicato il 27 agosto 2018
realizzato nel 2010 - 6 foto
Articolo letto 806 volte

Ho voluto prestare attenzione allo stemma della mia città, Paternò, per approfondirlo e interpretarlo in chiave moderna. Paternò è un paese che sta subendo drastici e violenti cambiamenti a causa di fattori economici e governativi,  ma in questo contesto a Paternò nascono molti artisti e persone che rispondono in maniera positiva alle situazioni di disagio. Insomma sembrerebbe quasi che l’apparente negatività serva a risvegliare gli animi, che i disagi non sono altro che la causa di una nuova rinascita, il bisogno di una nuova immagine che rappresenti la città che cambia.

Non si ha una data certa dell'epoca in cui Paternò incominciò a rilevare il suo stemma. Quello che adottò Paternò fu una torre in mezzo a due ceraste alate. La Torre simboleggia il vigore, con cui la Città ha combattuto i nemici. I serpenti dimostrano la sagacia dei suoi governanti e dei cittadini. Infatti scartabellando nella storia, si vedrà che Paternò non è stata sterile di ragguardevoli personaggi.

        La storia della città sembra una favola inventata dal Volgo, che lo stemma si adottò nei tempi di Ruggero, quando fu innalzata la Torre (il castello normanno sulla collina di Paternò); ove in una grotta vicina, il rumore dei fabbri e dei muratori, disturbarono il sonno delle due ceraste alate, delle quali una venne uccisa da un arciere e l'altra, che volò fino alla gran lapide vicino Lentini, fece determinare il Conte Ruggero ad estendere fin là i confini di questo territorio.

            In questo mio lavoro ho voluto semplicemente far evolvere questo stemma in una dimensione più moderna, sprigionando la forza che l’emblema sembrava aver perso, dando vita a quelle forme troppo staticamente conosciute e ormai rese indifferenti.

 

Ecco che la torre, simbolo di fortezza, si trasforma, non è più la “torre-simbolo”, ma si identifica con il castello normanno che è il monumento più caro ai paternesi, questa trasformazione avviene tra la fusione della porta con la finestra per diventare la bifora, elemento principale del castello.

Le due ceraste rampanti assumono le stesse posizioni dello stemma originale, l’unica differenza che il drago destro ha le sembianze femminili dalla parte anteriore, mentre posteriormente i tratti sfumano trasformandosi in un drago. Tutti gli elementi non sono disposti staticamente, ma secondo una linea a spirale provocata da un’esplosione, che genera una coclea formata dalla corona di torri che sovrasta lo stemma originale, posteriormente ci sono i rami di ulivo e alloro che fanno da corona.

Questa idea nata quasi per caso l’ho presentata alla presidenza comunale, riscuotendo molti consensi, sarà modello per un futuro ornamento per l’apparato urbano della città, probabilmente realizzata in terracotta, o se si riusciranno a trovare i finanziamenti verrà realizzata in bronzo.